LA RIABILITAZIONE EQUESTRE - 5000 ANNI DI STORIA

Dottoressa Danièle Nicolas Citterio

Dottoressa Danièle Nicolas Citterio

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Nel 2019, la dipartita della capostipite di questo settore, ideatrice del Metodo di Riabilitazione Globale a mezzo del Cavallo, M.R.G.C. ® riconosciuto ed insegnato nel mondo, lascia coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerLa e apprezzarLa nella convinzione che gli insegnamenti della Dott.ssa Danièle Nicolas Citterio continueranno a essere fecondi e a produrre inclusione e benessere.

Con riconoscenza desideriamo salutarLa con un commosso ringraziamento per tutto quello che ci ha donato.

Impegnata sin dal 1976 nel primo centro aperto in Italia, il CNR ANIRE, presso la “Cascina Robbiolo” di Buccinasco, Milano, per tutta la sua esistenza si è prodigata al servizio delle fasce deboli della comunità con amore, tenacia ed instancabile passione. Era specializzata in Medicina Riabilitativa, Ministero della Santé Publique di Parigi e iscritta all’Albo degli Psicologi della Lombardia.

Incarichi Nazionali: Presidente A.N.I.R.E., del Centro Nazionale Ricerca Assistenza Formazione A.N.I.R.E. ONLUS.Docente Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano – Master Universitario in Interventi Educativi e Riabilitativi Assistiti dagli Animali. Docente Università Statle di Brescia – D.U. di Fisioterapia

Incarichi Internazionali: Membro fondatore della Federazione Internazionale HETI Società Internazionale Scientifica. Past Vice President della Federazione Riding Disabled International F.R.D.I. Membro Comitato Scientifico Brasiliano e Docente Università Obbiettivo – Hande Brasile. Docente Università Autonoma di Barcellona Gimbernat – D.U. dei Fisioterapisti. Docente Università degli Studi di Medicina di Madrid.

Nel 1980 a seguito dell’interessamento della signora Antonia Setti Carraro, allora ispettrice della Croce Rossa Italiana, per la prima volta al mondo una sinergia fra l’Esercito, la Croce Rossa e l’Associazione CNRAF ANIRE, il Centro Nazionale Ricerca Assistenza e Formazione ANIRE iniziò il suo prestigioso percorso presso la Caserma Santa Barbara di Milano.

Foto a sx – ND Antonia Setti Carraro Dalla Chiesa

da sinistra: S.A.R. Principessa Anna d'Inghilterra, Dott.ssa Danièle Nicolas - Past Presidente ANIRE - Dott. Luciano Cucchi - past vice Presidente ANIRE

S.A.R. Principessa Anna d’Inghilterra, Dott.ssa Danièle Nicolas Past Presidente ANIRE Centro di Riferimento Nazionale, Dott. Luciano Cucchi – past vice Presidente ANIRE

1979 Londra, Università di Warwick, III° Congresso Internazionale sulla Riabilitazione Equestre.

Foto da dx a sx: 

da sinistra: Dario Dossena, Andrea Corrado - Past Presidente ANIRE - e Luisa Castelnuovo Dossena

Infine, nel 1976 a seguito di un incontro tra il chirurgo pediatra dottor Luciano Cucchi, il proprietario signor Capponi della Cascina Robbiolo di Buccinasco, la famiglia Dossena, il Lions Club di Corsico e la dottoressa Danièle Nicolas Citterio, nacque l’ANIRE che nell’anno successivo, 1977 fu ufficialmente costituita.

Foto: da sx Dario Dossena, Andrea Corrado Past Presidente ANIRE – a dx Luisa Castelnuovo Dossena

Rimanendo a Parigi, Val-de-Marne, nel 1972 presso la Facoltà di Medicina fu presentata la pima tesi sulla “Terapia con il mezzo del cavallo”.

Nel 1965 la rieducazione equestre nacque ufficialmente in Francia con la spinta di Lubersac e Lalleri, a due mani scrissero il trattato “Rieducazione attraverso l’equitazione” del 1973, il testo fu tradotto in italiano. Sempre in Francia, nel 1965 la rieducazione equestre divenne ufficialmente materia di studio, e nel 1969 fu presentato all’università della Salpetrière a Parigi il primo lavoro scientifico sulla riabilitazione equestre.

Nel 1963 Killilea con il suo libro “Karen con amore” preconizzava l’utilizzo dell’equitazione a fine terapeutico. Il libro narra di una ragazza handicappata rieducata con il nuoto e l’equitazione.

Nel 1956 la danese Lis Hartel, affetta da poliomielite, vinse la medaglia d’argento di dressage alle olimpiadi.

Nel 1785 Samuel Theodor Quelmalz di Lipsia inventò la “macchina equestre”, dimostrando come il problema del movimento fosse particolarmente sentito dai medici di quel tempo. Nella sua opera “la salute tramite l’equitazione” troviamo per la prima volta un riferimento al movimento tridimensionale del dorso del cavallo. Dopo un lungo periodo di stallo, ci fu una ripresa coi paesi scandinavi e successivamente coi paesi anglosassoni, con attività prevalentemente ludiche.

Goethe (1749-1832) riconobbe il valore salutare delle oscillazioni che il corpo compie nell’essere a cavallo, il beneficio per la colonna vertebrale e per la circolazione, e nel 1782, Zander scrisse le “Vibrazioni con 180 oscillazioni al minuto stimolano il sistema nervoso simpatico”.

Nel 1782 J.C. Tissot nel suo trattato “Ginnastica medica o chirurgica o esperimento” mette l’accento sui benefici ricavabili dal movimento nelle sue tre forme di movimento: attiva, passiva e attiva-passiva. Inoltre ha anche descritto, per la prima volta, le controindicazioni della pratica eccessiva dell’equitazione, illustrando gli effetti diversi delle varie andature, fra le quali quella del passo ritenuta la più efficace dal punto di vista terapeutico.

Nel 1772, in Italia Giuseppe Benvenuti dedicò il suo trattato “Riflessioni sopra gli effetti del moto a cavallo” a Sigismondo Chigi, principe di Farnetta con l’augurio di ristabilirsi in salute con questa pratica.

Nel 1752 Giovanni Pringle nelle “Osservazioni sopra le malattie delle armate” annotava che l’esercizio col cavallo è un elemento valevole per conservare la salute degli eserciti, “come si osserva nelle malattie epidemiche alle quali è più soggetta la fanteria che non i soldati a cavallo”.

Nel 1734 Carlo L. Castel, detto l’Abate di Saint Pierre, per ovviare all’aggravio economico rappresentato dal costo di un cavallo e alla necessità di galoppatoi coperti da usarsi quando il tempo è inclemente, inventò una “sedia vibrante” che chiamò “tremoussoir”, ricordata anche da Voltaire, che asserì di averla usata con notevole beneficio per la cura di una stipsi ostinata che lo affliggeva.

Nel 1719, Friedric Hoffmann “nell’Istruzioni approfondite su come una persona può mantenere la sua salute e liberarsi di gravi malattie tramite esercizi fisici” definiva l’andatura del paso come la più salutare.

Nel 1704, Francesco Fuller nell’opera “De medicina gymnastica” descriveva in ben 46 pagine l’equitazione come metodo efficace contro l’ipocondria, avendola sperimentata su di sé.

1660-1734 Giorgio E. Stahl medico personale di Maria Teresa d’Austria consigliava di praticare l’equitazione assiduamente, affermando che le fibre muscolari erano meno eccitabili praticando questo sport, di conseguenza consigliabile per l’ipocondria e l’isteria.

Nel 1676, Thomas Syndenham nelle “Observationes medicae” affermava che la cosa migliore per fortificare e rianimare il sangue e la mente era montare a cavallo ogni giorno, facendo lunghe passeggiate con un carro all’aria aperta, consigliando quindi questa attività come trattamento ideale anche per la tubercolosi, le coliche biliari e le flatulenze, arrivando a mettere a disposizione dei propri pazienti indigenti i cavalli di sua proprietà.

Nel 1569, il medico Merkurialis scrisse il trattato “De arte gymnastica” riprese osservazioni di Galeno secondo le quali l’equitazione detiene una posizione importante negli esercizi ginnici, per la sua azione sul corpo ed i sensi.

Dopo un periodo di silenzio, nel XVI secolo Cesare Borgia affermò “colui che vuole conservare una buona forma fisica può solo star coricato o cavalcare”.

124-40 A.C. Asclepiade di Prussia raccomandava il moto a cavallo nel trattamento di avanzate patologie, in particolare: podagrosi, idropici, epilettici, paralitici, apoplettici, letargici, frenetici, nonché per gli affetti dalla febbre terzana. Nella scienza araba si ritrova la descrizione dei benefici legati all’attività equestre.

458-370 A.C. Ippocrate di Coo nel suo libro delle pietre consigliava l’equitazione come rimedio per l’insonnia, per rigenerare la salute e per preservare il corpo umano da varie infermità.

Dal 3° millennio A.C. si ritrova la traccia di un primo testo di pedagogia dei maestri Ittiti che dominarono l’Asia Minore.